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"Zia Nora, la sorella più grande di mio padre, ha ancora il ferro su cui è impressa la data 1903 che era proprio lei, da ragazzina, insieme al fratello maggiore Cesare, a poggiare sui carboni della cucina, in attesa che l'impasto di uova, farina e zucchero prendesse forma. Una volta staccate, venivano messe a piramide sul piatto di portata e spolverate con lo zucchero, prima di essere coperte con il tovagliolo." Questo libro è un concentrato di storia, arte e cibo. Le ricette raccolte, un centinaio tra salati e dolci, sono state scritte con l'inchiostro bruno da tre mani femminili di tre diverse generazioni. La cucina che racconta questo libro, con le sue scelte lessicali e le sue contaminazioni, ci riporta a un Molise dimenticato, traducendo in termini di gusto anche i radicali cambiamenti socio-culturali dell'antica terra Sannita. Nella preparazione di molte ricette tipiche, come i caragnoli, i mostaccioli, i fiadoni, i raffiuoli, i bocconotti, si riflette l'influenza della gastronomia napoletana e pugliese, a loro volta frutto dell'elaborazione di tradizioni secolari di sudditanza a popoli diversi.